Che cos’è la sessualità
La storia della sessualità umana e la storia dell’uomo coincidono e interagiscono tra loro. Infatti, se le modificazioni che avvengono nella cultura, nell’organizzazione sociale ed economica influenzano i modi e i contenuti della sessualità, d’altro canto l’evoluzione della vita sessuale caratterizza e influenza a sua volta tutti gli altri settori della vita umana.
La sessualità, che per quanto riguarda il singolo può essere considerata un bene individuale, per potersi esprimere pienamente richiede due condizioni: il coinvolgimento di altri esseri umani e l’integrazione nel progetto di vita.
Il modo di vivere la sessualità, gli scopi che si vogliono realizzare attraverso di essa, debbono essere coerenti con il proprio progetto di vita, il quale, a sua volta, si definisce nei valori da ciascuno liberamente scelti e accettati.
Il progetto di vita di un individuo, come pure i suoi valori di riferimento, tendono tuttavia ad evolversi e a modificarsi continuamente, e la sessualità ne segue il processo evolutivo divenendo espansione della persona e del suo modo di essere.
La sessualità è una funzione umana complessa, della quale è difficile dare una definizione completa, se non affrontandone di volta in volta i diversi aspetti con ottiche differenti, e partendo dall’individuazione delle sue funzioni fondamentali: quella riproduttiva, quella relazionale e quella ludica.
La sessualità può manifestarsi, tra i diversi individui, in molti modi, così come può essere oggetto di evoluzione sia nell’arco del proprio ciclo esistenziale, sia in relazione a situazioni o a momenti particolari.
Le esperienze della sessualità
La sessualità adulta è stata definita per molto tempo come la capacità di avere rapporti sessuali con una persona dell’altro sesso e di raggiungere il piacere attraverso la penetrazione. Oggi esiste una concezione più ampia della sessualità, che vede la ricerca del benessere sessuale come componente fondamentale della vita, pienamente realizzabile solo se in armonia con le scelte e i desideri personali. Questa visione non esclude l’esperienza autoerotica o il gioco sessuale, ed anche l’omosessualità diviene una possibile scelta sessuale adulta.
La sessualità, in questa prospettiva, non viene intesa solo nella sua funzione genitale o procreativa, ma anche come gioco, scambio, comunicazione: tutti elementi che contribuiscono a far vivere il sesso serenamente, senza conflitti.
La nostra vita sessuale adulta è influenzata anche dall’educazione che abbiamo ricevuto, e dalle esperienze che abbiamo vissuto da piccoli e durante l’adolescenza.
Possono contribuire positivamente tutte le esperienze che dalla nascita accompagnano la crescita serena del bambino: l’accudimento e la soddisfazione dei bisogni primari, come la fame e il sonno, ed anche il contatto corporeo, le coccole, l’esistenza di una relazione affettuosa e rassicurante con le figure adulte più vicine. Un buon rapporto con il proprio corpo, la sperimentazione di relazioni di amicizia e di affetto sono alcuni degli elementi che agiscono positivamente nello sviluppo sessuale di ragazzi e ragazze.
A volte un’educazione repressiva fa nascere sensi di colpa o di vergogna verso alcuni aspetti della sessualità, così come racconti o esperienze di adulti possono influenzare negativamente la nostra visione del rapporto sessuale.
Nei casi più gravi, esperienze sessuali negative possono divenire traumatiche, ad esempio quando si è vittima di moleste sessuali o di violenza.
Se ci è capitato di vivere una brutta esperienza sessuale, è importante che ne parliamo con qualcuno – un amico o un adulto – di cui ci fidiamo.
Al contrario, la possibilità di ricevere risposte ai perché, di vivere serenamente la scoperta della sessualità (come quando da bambini si gioca al dottore o si confrontano le nudità) e di sperimentare il proprio desiderio sessuale anche nell’autoerotismo sono alcuni dei tanti modi per costruire un cammino sessuale positivo.
I pregiudizi della sessualità
Un tempo si pensava che il ragazzo dovesse essere “iniziato” alla vita sessuale e che questo significasse entrare “con onore” nell’età adulta.
Il fatto che un uomo avesse rapporti in giovane età o prima di sposarsi era considerato normale, e frequentare donne più grandi, o fare la prima esperienza con una prostituta, era ritenuto quasi necessario.
Al contrario, la ragazza doveva arrivare vergine al matrimonio, e se aveva rapporti prematrimoniali veniva considerata poco onesta. I tempi sono cambiati, e la sessualità è diventata più libera e naturale. Fino a pochi anni fa i ragazzi iniziavano presto la loro vita sessuale. Le nuove generazioni invece tendono ad aspettare ad avere i primi rapporti nella piena adolescenza (16-19 anni). Questo è dovuto, in parte, alla tendenza di ogni generazione a differenziarsi da quella precedente, ma anche dal fatto che gli adolescenti di oggi desiderano valorizzare fasi come il corteggiamento, e fare con calma le proprie esperienze.
A queste ragioni si è senz’altro aggiunta la preoccupazione per l’AIDS. Il legame tra sesso e rischio è diventato più chiaro proprio per i giovani che sono stati, più di altre fasce d’età, sensibilizzati sulle modalità di contagio dell’infezione da HIV ed anche sui mezzi contraccettivi idonei ad evitarla. Per alcuni, tuttavia, il problema AIDS ha significato soprattutto un aumento della paura verso la sessualità.
Le paure della sessualità
Quando parliamo di paure della sessualità ci riferiamo alle ansie e alle preoccupazioni che possiamo vivere nelle esperienze sessuali e, più in generale, nella relazione con l’altro sesso.
La paura più grande è quella di non sentirci normali: c’è chi pensa, ad esempio, di avere organi genitali imperfetti. In questi casi una corretta informazione sull’anatomia e il funzionamento degli apparati sessuali può bastare a rassicurarci. Ma se neanche questo non ci tranquillizza, la cosa migliore è rivolgersi al medico di famiglia o agli esperti del consultorio, che ci sapranno aiutare, dandoci indicazioni mediche adeguate nel caso fossero realmente presenti delle piccole imperfezioni.
Altra paura comune nei ragazzi è quella di non riuscire a svolgere le funzioni sessuali in modo soddisfacente. Questo timore è spesso dovuto a un luogo comune molto diffuso: si ritiene, infatti, che esista un legame tra la dimensione del sesso maschile e il piacere sessuale. In realtà è importante sapere che si possono avere rapporti sessuali soddisfacenti per entrambi i partner, al di là delle dimensioni dei genitali di ognuno. Le dimensioni del pene in erezione variano da uomo a uomo (la media è dai 12 ai 18 cm) e può esistere una differenza anche notevole dallo stato di riposo all’erezione. La vagina inoltre è un organo molto elastico che può contrarsi e allargarsi.
Le ragazze hanno spesso un altro genere di preoccupazione: “non ho l’orgasmo, quindi non sono una vera donna”. Soprattutto all’inizio della sessualità non è facile scoprire come funzionano, in noi, i meccanismi del piacere. E’ una scoperta che richiede tempo e pazienza: l’esperienza e la progressiva conoscenza delle manifestazioni del nostro piacere possono aiutarci. Insieme al partner impareremo a sviluppare quell’attenzione reciproca che consente ad entrambi di vivere meglio il rapporto sessuale.
Il timore dell’insuccesso
Se per una ragazza la paura è di non provare piacere, nel ragazzo, come abbiamo visto, il timore maggiore è quello dell’insuccesso.
E’ il problema che in linguaggio scientifico si chiama “ansia di prestazione” che molte volte produce una catena negativa che si autoalimenta: abbiamo paura di non riuscire ad avere l’erezione o di eiaculare troppo presto, e se ci è capitato una volta abbiamo paura di fare sempre peggio…e l’ansia che cresce incentiva ancora di più questo effetto indesiderato.
Può essere utile sapere che non possiamo determinare l’erezione con la volontà perché funziona in modo autonomo, dipende dall’eccitazione e può essere inibita dalle condizioni generali di stress.
Così per quanto riguarda la rapidità, la conclusione del rapporto sessuale può essere causata dall’atteggiamento della partner o dalla nostra mancanza di conoscenza delle sensazioni che precedono l’eiaculazione. Se riconosciamo le sensazioni che precedono l’eiaculazione si può intervenire per rallentare la conclusione del rapporto.
Dobbiamo imparare a lasciarci andare: abbandonare i pensieri negativi che si affollano nella mente e concentrarci sulle sensazioni che il corpo ci comunica.
Certamente una sessualità tesa e nervosa può portare ad esperienze negative. Può accadere che i primi rapporti siano deludenti, perché una sessualità libera e serena è fatta di tante cose che si acquisiscono con l’esperienza: sono coinvolti la corporeità, la fantasia, il gioco, lo scambio, la conoscenza reciproca. Se qualcosa agli inizi va male, non conviene drammatizzare: è normale che alcune esperienze siano negative. Gli sbagli possono insegnarci a riconoscere i messaggi che il nostro corpo ci manda, a scoprire cosa desideriamo dal rapporto affettivo e sessuale.
Una buona esperienza sessuale viene facilitata dalla serenità personale, dalla fiducia che ispira il partner.
La sessualità è un modo per vivere l’intimità, e il piacere non deve diventare un esame.
Le paure comuni
Si sa che la prima volta avviene quasi sempre senza protezione. A volte è la paura di una gravidanza indesiderata a trattenerci dall’avere il primo rapporto, ma per una serie di motivi non vogliamo affrontare il problema, né chiedendo consigli alla famiglia per timore di sentirci disapprovati, né costruendoci una corretta ed esauriente informazione sui mezzi contraccettivi. Altre volte facciamo riferimento a informazioni sbagliatissime, come ad esempio che il primo rapporto non sia fecondante, che facendo l’amore in piedi o ricorrendo a lavande vaginali si possa evitare il rischio di una gravidanza. Talvolta, ci facciamo prendere da un atteggiamento di “sfida al destino”, sicuri che non ci accadrà nulla.
In realtà proprio queste false convinzioni e questi atteggiamenti superficiali sono la causa di molte gravidanze che si instaurano durante il primo rapporto. Ancora oggi le statistiche dimostrano che gli aborti fra gli adolescenti sono purtroppo molto diffusi.
Sappiamo che le prime esperienze sessuali possono suscitare stati d’animo contradditori: viviamo l’emozione intensa della scoperta del piacere, ma insieme ci sentiamo cogliere dall’imbarazzo, non abbiamo magari molta confidenza con il partner, diamo per scontato che sia più esperto di noi, non riusciamo a parlare insieme dei possibili pericoli…
E’ importante invece che tutti e due ci rendiamo conto che l’inesperienza e la disinformazione possono farci confondere sessualità e procreazione.
Possiamo decidere di avere o non avere un rapporto sessuale così, come potremmo anche accettare di vivere esperienze come la maternità o la paternità. Quello che invece dobbiamo evitare e di arrivare a misurarci con esperienze così grandi non perché abbiamo deciso, ma solamente perché non abbiamo voluto o potuto affrontare prima questo problema.
Una buona informazione generale sulla nostra funzione riproduttiva e su quelli che sono i suoi meccanismi è indispensabile. Per vincere l’imbarazzo naturale che possiamo provare ad affrontare il discorso con il nostro partner, pensiamo che se vogliamo condividere con lui la nostra prima esperienza, potremmo senz’altro trovare con lui l’intimità per affrontare insieme il problema contraccettivo.