Si sente parlare spesso durante le cronache in TV, si tratta di “pornovendetta” attuata soprattutto ai danni di un/a ex, e si fa riferimento alla diffusione (sul web) di contenuti che riprendono la vita in atteggiamenti sessuali espliciti, allo scopo di ricattarla ed umiliarla.
Il materiale a sfondo sessuale è spesso ottenuto:

  • Attraverso l’invio di messaggi e video privati. Il caso In cui la vittima invia foto piccanti al suo partner che penserà di condividerle sul web, in un secondo momento per vendicarsi
  • L’invio ad un conoscente (amico e fidato) di foto/video a carattere sessuale. In un secondo momento quest’ultimo provvederà a pubblicarle online.
  • Attraverso atti di estorsione/minaccia e senza il consenso della vittima, pubblicate sul web.

Ma cosa succede alle vittime dopo il raggiro e l’umiliazione?

Nella maggioranza dei casi, gli episodi di Revenge Porn provocano sulle vittime conseguenze devastanti, che vanno dalla vergogna, per essere posti a pubblica umiliazione, alla perdita del posto di lavoro, fino all’isolamento dal resto del mondo per paura di essere etichettati e scherniti.

In un recente studio del 2016, sono state messe in luce le conseguenze negative del Revenge Porn sulla salute psichica delle vittime. Si è parlato di disturbo post-traumatico da stress, ansia e depressione.

Pur sapendo che il Revenge Porn fa parte della sfera dei cyber-comportamenti di bullismo di natura sessuale, non esiste un termine scientifico che possa riconoscere ufficialmente questo sottoinsieme. In generale tra questi comportamenti rientrano: molestie, stalking, tentativi di sollecitazione, coercizione e vera e propria estorsione.

Come viene punito legalmente il Revenge Porn?

Negli ultimi anni tutti gli Stati hanno provveduto a mettere in atto una legislazione interna che abbia l’obbiettivo di riconoscere la gravità di Revenge Porn. In Italia, è stato introdotto come reato, solo di recente, nel 2019 (art 612-ter codice penale). La legge prevede la sanzione di chi invia, consegna, pubblica e diffonde immagini o video a sfondo sessualmente esplicito, senza avere il consenso delle persone coinvolte. Il reato prevede la reclusione da 1 a 6 anni e multe da 5 mila a 15 mila euro.