Chi è pugliese o più in genere meridionale e ha superato i 20 anni di età non potrà non ricordarlo. Il Gay pride del 2003 fu un evento talmente chiacchierato, talmente complicato, talmente innovativo per il sud conservatore che ancora oggi la sua cassa di risonanza è di portata sovranazionale.

Una voce su Wikipedia e sull’enciclopedia LGBT italiana ricorda che il Bari Pride fu preceduto da un dibattito piuttosto acceso tra i collettivi romani da una parte, che non vedevano che Roma come città vocata all’accoglienza del Pride nazionale, e il il movimento lgbt italiano dall’altra che desiderava invece proseguire nella tradizione dell’evento itinerante.

Anche l’organizzazione dell’evento fu molto travagliata, osteggiata da gruppi di estrema destra con propaggini nelle forze dell’ordine al punto che persino il presidente, Michele Bellomo, finì per essere aggredito e picchiato. Dovette ricorrere, per i due anni successivi, ad una scorta.

Ma la risposta della città di Bari e in generale della Puglia, che concesse il patrocinio all’iniziativa (presidente, Raffaele Fitto, in quota a Forza Italia) valse i sacrifici. Massiva, corale, straordinaria. Il 6 giugno 2003 fu l’inizio della Primavera Pugliese.

In tanti marciarono in lungo e in largo per il capoluogo della Puglia, riversandosi in strada a ritmo di musica, per affermare il diritto ad esprimere la propria libertà sessuale senza pregiudizi.

La socio semiologa Claudia Attimonelli ricorda così la big date: <<Fu in quel lungo giorno festoso e assolato, al quale seguì una notte di balli lungo la litoranea di Torre a Mare, che la città e i suoi abitanti iniziarono a sognare un modo di diverso di essere persone, al di là dell’identità di genere del singolo, per la prima volta si resero visibili istanze, diritti, desideri che sono stati, proprio grazie all’esperienza di quel Pride barese, al centro di dibattiti politici negli anni a venire.>>

Comodo.it c’era. E non solo tra gli spettatori.

Fu quella l’occasione per presentare la sua prima mostra fotografica sul preservativo, a termine della prima edizione del concorso “Il preservativo è…Comodo!

La giuria, presieduta da quel chiacchierato Michele Bellomo che stava ingaggiando la sua battaglia di civiltà, era composta in prevalenza da fotografi professionisti. Tra gli organizzatori, oltre allo staff di Comodo.it, figuravano la Galleria Arti Visive e l’Associazione Culturale Italo Francese – Alliance française di Bari, solida realtà del capoluogo che dal 1995 cura i rapporti culturali tra l’Italia meridionale e la Francia sotto tutti gli aspetti.
“Il concorso è una sfida a quanti sapranno interpretare ed esprimere con ironia, consapevolezza e abilità fotografica l’immagine, il ruolo e l’uso del preservativo” si scriveva nel bando di gara, a partecipazione libera e gratuita.

Dal 31 maggio al 15 giugno, la galleria Arti Visive di Bari accolse tutte le foto dei partecipanti, tra cui quella del vincitore, il romano Diego Fioravanti con l’opera “Volesse il cielo”. L’opera, raffigurante un giovane parroco con la mano tesa a donare un preservativo ai suoi fedeli, diventò la locandina, perfettamente a tema anche con il dibattito tra LGBT e Chiesa, dell’intera mostra. Per il fotografo classe 1975, in seguito sempre più vicino alle tematiche dell’erotismo in tutte le sfumature, quel concorso rappresentò solo il primo passo di una carriera tuttora brillante al servizio dell’arte e della pubblicità.

Gli organizzatori del Gay Pride, da sempre impegnati nella lotta all’AIDS, ne furono grati e soddisfatti.
La mostra in seguito diventò itinerante, a disposizione di quanti vollero utilizzarla come “mezzo alternativo” per parlare di preservativo. Sebbene il tema della contraccezione non fosse più scandaloso, nascondere il rischio, per tutti, era più comodo che prevenirlo.