Sta arrivando in Italia la pillola dei 5 giorni.
Un contraccettivo a base di ulipristal acetato, conosciuto con il nome Ellaone e prodotto da una piccola causa farmaceutica francese, la HRA Pharma.
La pillola dei “cinque giorni dopo” è un contraccettivo d’emergenza. Ella ha effetto per 120 ore dopo il rapporto sessuale.
I possibili effetti collaterali sono simili a quelli degli altri contraccettivi orali: mal di testa, nausea, crampi mestruali, dolore addominale e stanchezza.
L’EllaOne ha due giorni in più di efficacia rispetto alla pillola del giorno dopo (72 ore). Entrambe agiscono rallentando l’ovulazione e hanno effetti se quando vengono prese non è ancora avvenuta la fecondazione, quindi la certezza sul loro funzionamento tende a diminuire se sono assunte in ritardo.
Studi condotti in Gran Bretagna hanno dimostrato che il rischio di gravidanza con il ulipristal si è ridotto fino a due terzi rispetto al levonorgestrel, cioè la pillola del giorno dopo.
La nuova pillola blocca l’effetto del progesterone, un ormone femminile che stimola la produzione delle proteine che determinano l’ovulazione. Il suo effetto va scemando man mano che i giorni passano, e rispetto alla pillola del giorno dopo diminuisce ancora di più le possibilità che una donna rimanga incinta.
In Europa è già stata approvata dall’EMEA, l’ente europeo per il controllo dei farmaci, ed è in vendita su prescrizione in molti paesi tra cui Francia, Spagna, Germania e Gran Bretagna.
Negli Stati Uniti è stata invece approvata venerdì scorso dalla Food and Drug Administration (FDA) dopo un lungo dibattito tra i gruppi pro e contro aborto, diventando una battaglia politica che spesso prescinde dagli elementi scientifici.
Riguardo l’approvazione del farmaco non mancano però le polemiche. Già negli Stati Uniti l’approvazione della pillola “dei cinque giorni dopo” da parte della Food and Drug Administration (FDA) americana ha suscitato svariate polemiche. La pillola, venduta già nel Regno Unito, Francia, Germania e Spagna è un farmaco “contraccettivo” senz’altro controverso visto che si potrebbe trasformare, inconsapevolmente, in un farmaco abortivo, come scrive anche il Washington Post.
Per non dimenticare che ogni somministrazione ormonale può creare vari scompensi nel corpo della persona che assume questo farmaco.
In Italia, l’approvazione è ancora in bilico e non mancano le polemiche. A gennaio l’azienda francese Hra Pharma, ha presentato richiesta di riconoscimento all’Aifa, l’Agenzia italiana del farmaco.
l’AIFA, sta discutendo se approvarla o meno. La riunione avrebbe dovuto svolgersi il 23 e 24 marzo scorsi ma, ha dichiarato il ministro della sanità Ferruccio Fazio, è stata sospesa «in attesa di acquisire il parere degli esperti della commissione tecnico scientifica».
Si attendono quindi notizie in merito, ma con molta probabilità l’Aifa dovrà adeguarsi all’Emea.