In Inghilterra si è scatenato un caso che ha coinvolto il contraccettivo sottocutaneo Implanon e 600 donne. Il dispositivo, introdotto 11 anni fa, è un bastoncino lungo 4 centimetri che si innesta sottopelle nel braccio, nel solco tra il tricipite e il bicipite. Ha un rilascio lento di un ormone progestinico (etono-gestrel) e la durata di 3 anni in modo di scongiurare gravidanze indesiderate.

Ma qualcosa non deve aver funzionato a dovere: ben 600 donne son rimaste incinte e altre 1.607 hanno riportato gravi effetti collaterali, oltre alla difficoltà riscontrata da medici e infermieri durante l’innesto del contraccettivo. Il servizio sanitario britannico si è quindi trovato a risarcire, con più di 200 mila sterline, un gruppo di sette donne su cui l’anticoncezionale non avrebbe funzionato.

Altre 14 hanno intentato causa e molte di loro si sono dichiarate traumatizzate dalla gravidanza inattesa; un buon numero invece ha subito ferite fisiche durante l’introduzione del contraccettivo. La sanità pubblica ha sostituito l’Implanon con uno molto simile, il Nexplanon, più facile da applicare.

Ci si aspetta strascichi intercontinentali di questa vicenda, perché il prodotto è distribuito negli Stati Uniti e in diversi stati europei, tra cui l’Italia.