Puglia, Emilia-Romagna, Piemonte, Lombardia e ora Toscana. La contraccezione gratuita arriva anche nella regione del bel vivere, dove preservativi, cerotti, pillole, spermicidi, contraccettivi sottocutanei, spirale e altri dispositivi medici saranno messi a disposizione degli under 26 nei consultori, negli ambulatori ostetrico-ginecologici delle Asl di tutte le province e persino nelle farmacie.

A deciderlo, con una recente delibera, la giunta regionale toscana, che ha anche previsto, a margine di questa iniziativa, una serie di doverosi interventi nelle scuole, finalizzati a migliorare (spesso introdurre) i programmi di educazione alla salute sessuale per la prevenzione delle interruzioni volontarie di gravidanza e delle malattie sessualmente trasmissibili. Prevista anche una massiccia campagna informativa e il rafforzamento dei consultori, che avranno un orario di apertura più ampio e più personale dedicato.

 

Oltre ai  giovani di età compresa tra i 14  e i 25 anni, potranno avere accesso alla contraccezione gratuita  donne tra i 26 e i 45 anni con determinati codici di esenzione o a basso reddito, o ancora quelle che hanno scelto la contraccezione entro 12 mesi dal parto e le donne reduci da un’interruzione della gravidanza entro 24 mesi dall’intervento.

Nell’Italia in cui tutti i sistemi anticoncezionali sono a pagamento e non esiste una regolamentazione a livello nazionale, la contraccezione gratuita continua ad essere questione di buona volontà di Asl, ospedali e Regioni.

 

La Puglia prima in classifica

Tra queste realtà virtuose c’è la Puglia, che già da dieci anni ha avviato la distribuzione gratis di contraccettivi nei consultori a determinate categorie di persone, purtroppo il più delle volte disinformate rispetto a questa opportunità. Solo nel 2018 Emilia Romagna, poi Piemonte e Lombardia, hanno aderito all’iniziativa lanciata tempo prima nel Tacco d’Italia, cercando di risollevare il Bel Paese dalla sua posizione scomoda di fanalino di coda dell’Europa occidentale in tema di contraccezione.

Da un’analisi dell’European Parliamentary Forum on Population and Development – una rete di membri parlamentari di tutta Europa impegnati a proteggere la salute sessuale e riproduttiva delle persone più vulnerabili – risulta difatti che l’accesso ai metodi contraccettivi, in Italia, è ancora gravemente sottofinanziato e che per questo non raggiunge nemmeno i livelli dei paesi meno sviluppati (Romania, Turchia, Slovenia, Turchia, Lituania per citarne alcuni).

 

La petizione per la contraccezione gratuita in tutta Italia

Reduce dalla bastonata del compendio pubblicato dall’Unione Europea, l’Italia ha creato però un Comitato per la contraccezione gratuita e consapevole costituito da ginecologi, ostetrici, epidemiologi, pediatri. Stanchi della situazione, chiedono all’Aifa (Agenzia italiana del farmaco) e al Ministero della Salute, di rendere gratuiti i contraccettivi per tutti gli italiani.

La petizione – a cui è possibile partecipare su change.org – ha già ricevuto quasi 80.000 firme, di comuni cittadini che richiedono la gratuità generalizzata a tutta la popolazione dei “contraccettivi essenziali”, quelli che l’Organizzazione Mondiale per la Sanità considera “medicinali essenziali ed etici” al pari dei farmaci per il diabete: preservativi, pillola progestinica, estro-progestinici (pillole di seconda generazione), impianti sottocutanei e spirale.