Un preservativo per i giovanissimi, più piccolo e adatto anche ai dodicenni: è stato lanciato sul mercato svizzero per evitare gravidanze indesiderate e malattie sessuali. Si chiama Ceylor Hotshot (sparo caldo) e verrà distribuito nelle scuole nel quadro di una campagna di prevenzione.

“Spesso i giovani non trovano il preservativo adatto”, ha spiegato Bettina Maeschli, portavoce dell’organizzazione Aiuto Aids Svizzero, che ha lanciato il nuovo prodotto in cooperazione con la Fondazione PLANeS, l’Associazione marchi di qualità per preservativi e la Lamprecht AG.

Alla fine del 2008 uno studio della Commissione federale per l’infanzia e la gioventù aveva evidenziato che, durante i rapporti sessuali, i ragazzi tra i 12 e i 14 anni non si proteggono abbastanza. È quindi necessario discutere apertamente anche della grandezza giusta del preservativo, ha aggiunto Maeschli.

In una prima fase verranno vendute 55’000 confezioni, già disponibili in farmacie, drogherie, grandi magazzini Coop e nel web sul sito internet dell’Aiuto Aids Svizzero. Non sono invece state fornite stime sulla domanda e sul possibile fatturato del nuovo mini-preservativo.

Ma ecco subito le polemiche.
Non si è fatta attendere la reazione della sezione ticinese del PPDl all’ultima campagna elaborata da Aiuto AIDS Svizzero. Con un comunicato stampa diffuso pochi minuti fa, il Partito popolare democratico prende energicamente posizione affermando che Aiuto AIDS Svizzero, i cui messaggi sono “una sveltina veloce?”, “a casa o subito?”, “venni, vidi e venni” è probabilmente l’istituzione meno indicata per affrontare qualsivoglia tema di carattere educativo”. Una presa di posizione che arriva dopo altre considerazioni. “Per giustificare la sua esistenza -scrive il PPD ticinese riferendosi al Aiuto AIDS Svizzero- propone annualmente alla popolazione campagne becere e volgari”.

Nelle scuole – “È perlomeno preoccupante che i responsabili di questi messaggi, al limite della depravazione, abbiano la possibilità di entrare nelle scuole medie e pubblicizzare i propri prodotti, su cui peraltro lucrano delle società private, senza la benché minima mediazione”. Il PPD scrive in seguito che i genitori “devono quantomeno essere avvisati di queste visite e, se lo ritengono opportuno, devono avere la possibilità di chiedere che i figli vengano dispensati dalla frequentazione”.

Sviluppo della personalità – Il PPD ticinese pone inseguito l’attenzione sull’educazione sessuale affermando che si tratta di “un tema che riguarda le sfera più intima della personalità e deve pertanto essere lasciato nella piena disponibilità dei genitori. La maggior parte di essi, ma pure dei giovanissimi, ritiene peraltro che un’attività sessuale nella pre-adolescenza sia ampiamente prematura e dannosa per l’armonioso sviluppo della personalità”. Il PPD cita in seguito uno studio commissionato nel 2008 dalla Commissione federale per l’infanzia e la gioventù all’Università di Basilea secondo il quale “è emerso che solo il 6% di giovanissimi – scelti tra un campione molto sensibile al tema – ha un’attività sessuale tra i 12-14 anni”.

“Chiediamo pertanto che i dipartimenti responsabili, in particolare il DECS e il DSS, prendano adeguate misure affinché gli eventuali momenti di incontro con i rappresentanti di Aiuto AIDS svizzero o organizzazioni analoghe avvengano nel pieno rispetto delle convenzioni e
scelte educative dei genitori e dei figli” scrive il PPD nella nota stampa.

“Campagne di pessimo gusto” – “Più in generale non deve sfuggire un fatto: le campagne di Aiuto AIDS Svizzero, oltre che di pessimo gusto, sono inutili o controproducenti” scrive il PPD riferendosi in seguito al passato. “Negli ultimi anni la quota di contagi è aumentata, in controtendenza con gli altri Paesi europei; i gruppi interessati dall’AIDS sono soprattutto gli omosessuali di sesso maschile” si legge nella nota che infine conclude affermando che “forse anche Aiuto AIDS Svizzero dovrebbe rivalutare il proprio approccio aggressivo e deresponsabilizzante e calibrare i propri messaggi su un vero messaggio educativo che metta al centro la persona e una vita affettiva consapevole e rispettosa del proprio partner”.

Fonte: tio.ch